November 23, 2024
CAMBIANO I GOVERNI MA …
NON CAMBIANO LE POLITICHE SULLA SCUOLA:
SUPPLENZE VERSO UN NUOVO MASSIMO STORICO
L’emergenza Covid ha portato drammaticamente alla luce tutti i problemi pregressi della scuola italiana. In particolare i problemi dell’edilizia scolastica, della carenza di strutture, delle classi sovra affollate (classi pollaio), della carenza di personale e del conseguente uso improprio del personale precario. I dati del Ministero dell’Istruzione parlano chiaro. L’anno scorso c’erano 104.000 cattedre vacanti tra organico di diritto e di fatto, ma il prossimo anno scolastico la situazione sarà anche peggiore. Infatti, a Settembre il Ministero dell’Istruzione dovrà coprire con personale precario almeno 130.000 posti di cui 55.000 cattedre su organico di diritto vacanti per l’esaurimento delle Graduatorie di Merito (2016 e 2018) e delle Graduatorie ad Esaurimento; oltre 14.000 cattedre su organico di fatto di posto comune; almeno 60.000 cattedre in deroga sul sostegno. Se consideriamo anche il personale in aspettativa, in comando e quello in malattia, ed i numerosi spezzoni di cattedra da occupare, arriveremo ad oltre 200000 supplenze, cioè oltre il 20% del personale docente. Un livello di precariato ineguagliabile non solo nel panorama della Pubblica Amministrazione italiana, ma anche di quella degli altri Paesi della UE. A fronte di questi numeri, il governo ha bandito tre concorsi per il ruolo che nel giro di 4 anni consentiranno di assumere solamente 80.000 docenti, a fronte di fabbisogno di almeno 155.000, conseguenza diretta dei pensionamenti (circa 100.000) e delle cattedre in organico di diritto che rimarranno vacanti e disponibili (almeno 55.000). Quindi, nonostante le assunzioni, decine di migliaia di posti in organico di diritto verranno assegnati al personale precario. E tutto questo senza prevedere la necessità di incremento dell’organico per garantire una didattica efficiente ed una estensione del Tempo Pieno in tutte quelle realtà (in particolare del centro sud) che ne sono prive.
All’inizio del prossimo anno, per il tanto auspicato rientro in classe, in base alla normativa vigente, dovranno essere garantite le condizioni di distanziamento degli alunni negli spazi scolastici e ciò non farà altro che aumentare ulteriormente la richiesta di supplenti di ulteriori 50.000 unità tra personale docente e personale ATA. Una misura, quella del governo Conte, tanto sbandierata quanto insufficiente a garantire le condizioni di sicurezza in classe non solo in base ai mutevoli pareri del Comitato Tecnico Scientifico ma anche in base alle attuali norme di sicurezza sugli edifici scolastici. In particolare, un incremento provvisorio di meno del 5% del personale scolastico appare ridicolo di fronte all’esigenza di incrementare in modo permanente l’organico dei docenti e del personale ATA di almeno il 30% per rispettare tutte le norme di sicurezza in classe e fornire un servizio pubblico di qualità. Come se non bastasse, la situazione è resa ancora più complicata dalle decisioni prese da parte del Ministero di rinviare “al prossimo anno” le assunzioni dal concorso straordinario, dal quale sono stati oltretutto lasciati fuori i docenti con servizio esclusivo su sostegno. Il concorso straordinario è stato rimandato a data da destinarsi e la prova è stata modificata in corso d’opera: tutto ciò non farà altro che allungare ulteriormente i tempi, ritardando di fatto le immissioni in ruolo.
Viene il sospetto che, come già accaduto per tutti i governi che hanno preceduto quello presieduto da Conte, non ci sia la volontà reale di assumere, ma esclusivamente di ridurre i costi, poiché ancora una volta molti docenti vedranno allontanarsi la prospettiva della trasformazione del loro contratto da tempo determinato a tempo indeterminato, nonostante garantiscano, ormai da numerosi anni, il regolare funzionamento delle istituzioni scolastiche. Da anni denunciamo la falsa retorica del “merito” per le assunzioni, che non tiene conto dei numerosi titoli (spesso anche a livello accademico) acquisiti dopo anni di sacrifici, e dell’esperienza acquisita nelle scuole dopo svariati anni di precariato. Tutti fattori che per il governo Conte e quelli che lo hanno preceduto non contano! Occorre urgentemente fermare la consuetudine dei docenti usa e getta, abili e “utili” da anni a tempo determinato ma “inutili” a tempo indeterminato e licenziate/i a giugno o agosto per essere riassunte/i a settembre. Anche le GPS (Graduatorie Provinciali per le Supplenze) seppur elimineranno alcune delle criticità più volte da noi evidenziate come la casualità e/o la mancanza di trasparenza nell’attribuzione delle supplenze annuali, essendo gestite centralmente dagli USP (Uffici Scolastici Provinciali), non risolveranno il dramma della supplentite! Aldilà della questione di merito, riteniamo illegittimo che le GPS prevedano una tabella di valutazione dei titoli diversa da quelle delle GI (Graduatorie d’Istituto), per cui molti docenti vedranno sottrarsi punteggi già conseguiti e penalizzati su diritti acquisiti. Inoltre critichiamo fortemente la scelta di relegare gli ITP alla seconda fascia delle GPS, evidenziando un’enorme contraddizione: gli ITP hanno la possibilità di accedere alle prove concorsuali senza i 24 CFU, ma non hanno diritto di iscrizione alla prima fascia delle GPS (fascia riservata agli abilitati). Tale contraddizione darà avvio a numerosi ricorsi.
Parafrasando la celebre frase del romanzo “Il Gattopardo”: tutto cambia perché nulla cambi! Ma abbiamo bisogno di un VERO CAMBIAMENTO che superi definitivamente l’abuso del lavoro precario e che risponda alle esigenze attuali anche alla luce dell’emergenza sanitaria, tramite un ritorno agli organici docenti precedenti i tagli delle riforme Mpratti Gelmini. Il problema della scuola italiana già oggi non è quella di avere docenti meritevoli ma di avere docenti stabili! Non si può sfruttare il lavoro precario senza alcun limite temporale. Riteniamo che sia necessario intervenire urgentemente affinché si attinga dalle GPS non solo per le assegnazioni delle supplenze annuali, ma anche per i ruoli, assumendo su tutti i posti vacanti e disponibili (quest’anno almeno 55.000) tutti i docenti abilitati e tutti coloro che hanno i requisiti per abilitarsi poiché hanno già maturato almeno 3 anni di servizio.
Sinteticamente CHIEDIAMO:
COBAS – Comitati di base della Scuola
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