November 29, 2024
In Italia dal 2000 ad oggi sono decine di migliaia i posti letto tagliati e il sistema sanitario fa acqua da tutte le parti per i tagli agli organici, i disinvestimenti e il drenaggio dei fondi a vantaggio delle strutture private e di quelle della cosiddetta eccellenza.
Alcune autorevoli riviste danno i numeri dell’attacco alla sanità pubblica, ossia cancellazione di ben 71.000 posti letto (da circa 295.000 a 224.000 p.l.) con la riabilitazione e la lungodegenza colpiti con inaudita ferocia.
Da anni poi ci raccontano tante storielle, una tra tutte quella che i tagli alla sanità pubblica italiana sono analoghi a quelli operati negli altri paesi europei. Ma i dati reali mostrano ben altra realtà.
I dati OECD pubblicati nel 2013, ma riferiti al 2011, fotografano una condizione che dovrebbe far riflettere. Se si considerano i posti letto per acuti, l’Italia con il suo 3,4‰ è ben al di sotto della media OECD (4,8‰). Il confronto con gli altri Paesi europei a noi vicini per condizioni economiche e sociali diventa imbarazzante. La Germania è all’8,3‰, l’Austria al 7,7‰, la Svizzera al 4,9‰, la Francia al 6,4‰. Solo l’Inghilterra ha una dotazione di posti letto inferiore alla nostra assestandosi sul 3 per mille abitanti
http://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=18731
Ma l’Inghilterra sta appunto rivedendo le politiche liberiste che negli anni ottanta e novanta hanno privatizzato gran parte dei servizi pubblici con centinaiai migliaia di posti di lavoro cancellati . Queste politiche hanno prodotto danni sociali ben più grandi perchè chi taglia nella prevenzione e nella cura, nei servizi sociali e nell’istruzione con il passare degli anni deve pagare costi assai maggiori.
L’inghilterra e i paesi la cui sanità è stata privatizzata non sono un modello da seguire
Cobas Pubblico Impiego
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