November 30, 2024
Dopo la proroga del pagamento della prima rata, richiesta e ottenuta a gennaio, arriva un un secondo riconoscimento, stavolta dal Ministero, alle lotte portate avanti dai Cobas Scuola e da molti tirocinanti TFA a Pisa.
Ad aprile, infatti, è uscita la nota Miur 174/2013, che di fatto ammette le difficoltà di organizzazione del TFA nei vari atenei e indica un diverso criterio di conteggio delle ore di tirocinio che porta alla riduzione delle stesse in modo da garantire l’abilitazione entro quest’anno scolastico.
Negli ultimi mesi abbiamo denunciato più volte pubblicamente la disorganizzazione generale del TFA, i ritardi nell’inizio del tirocinio in Toscana (molti tirocinanti devono ancora iniziare), le differenze tra i vari atenei, i problemi con la stipula delle convenzioni tra Università e scuole; abbiamo poi ribadito, con diffida inviata all’Università di Pisa proprio a inizio aprile, che i tirocinanti – già costretti a fare sacrifici economici, lavorativi e personali per poter conseguire l’abilitazione – non avrebbero dovuto essere danneggiati da problemi indipendenti dalla loro volontà.
Ed ecco che la nota su questo parla chiaro:
La chiusura dei percorsi entro la fine dell’anno scolastico, occorre ribadirlo, costituisce un obiettivo prioritario, perché le difficoltà nell’attuazione non possono, in alcun modo, ricadere su chi ha affrontato prove selettive e sta affrontando oneri e sacrifici confidando negli atenei, nelle istituzioni scolastiche e nell’Amministrazione.
Quasi le stesse nostre parole.
Ma la nota non dimostra solo quanto avessimo ragione e quanto fossero fondate le nostre rivendicazioni: all’atto pratico, si rende adesso infatti necessario un ridimensionamento delle ore di tirocinio in base ai nuovi criteri stabiliti dalla nota stessa.
E questo vale anche per il riconoscimento dei crediti formativi ai fini di riduzioni del carico di lavoro e studio sulla parte pedagogica e disciplinare; la nota stabilisce infatti che “resta impregiudicata la possibilità di disporre, valutando i singoli casi, ulteriori o altre riduzioni” e che, “stante la pluralità di titoli che certificano livelli di conoscenze già acquisiti, si rimanda la valutazione e il riconoscimento di crediti all’autorità dei Consigli dei corsi di tirocinio, unici soggetti atti a raffrontare, caso per caso, i titoli posseduti con gli insegnamenti impartiti e le competenze da acquisire.” Ciò andrebbe sicuramente tenuto di conto, soprattutto per i corsisti di ruolo o già abilitati su altre classi di concorso; per tutti coloro, insomma, che hanno già seguito lunghe e analoghe procedure di formazione.
C’è da chiedersi come mai l’Ateneo di Pisa non abbia ancora reso applicativa la nota, come ha fatto ad esempio l’Ateneo di Napoli. Ci rendiamo conto della non facile gestione delle modifiche in tempi così stretti; e chiaramente resta il fatto che anche qualora un corsista non riuscisse a finire il tirocinio per tempo deve potersi abilitare comunque. E’ altrettanto vero, però, che questa nota dà la possibilità all’Ateneo di far rientrare le cose, almeno in parte, nei binari, senza deroghe di sorta e riacquistando tra l’altro la fiducia dei tirocinanti. E’ una cosa positiva per entrambe le parti, sarebbe assurdo non sfruttarla.
Esprimiamo dunque soddisfazione per il riconoscimento delle richieste da tempo inoltrate e invitiamo l’Ateneo di Pisa a rivedere tempestivamente, con le modalità previste, l’ammontare delle ore di tirocinio, il riconoscimento dei crediti formativi e il carico di lavoro in base ai nuovi criteri.
Per i Cobas Scuola di Pisa
Carlotta Cini
Lascia un commento