December 24, 2024
Stanno lentamente emergendo i retroscena dell’improvvisa impennata dello spread avvenuta in Italia nella seconda metà del 2011 che ha comportato pesanti interferenze nella vita politica del paese e favorito l’ascesa del goeverno Monti espressione della finanza e dei poteri forti internazionali. Nell’articolo dell’economista Marco Bersani alcuni inquietanti dettagli relativi alla vicenda.
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Ora anche la magistratura – prima la Procura di Trani, ora quella di Milano – ha deciso di andare a vedere cosa è veramente successo nel secondo semestre 2011, quando, nel nostro Paese, la straordinaria vittoria referendaria sull’acqua e il conseguente indebolimento del governo Berlusconi furono improvvisamente sostituiti da uno scenario di allarme epocale sul debito pubblico, aperto dalla famosa lettera dell’Unione Europea al governo italiano e culminato a novembre con l’arrivo al potere dell’uomo del «rigore» Mario Monti.
Mesi in cui la parola «spread» mandava di traverso le cene degli italiani e la colpevolizzazione degli stessi «per aver vissuto da decenni al di sopra delle proprie possibilità» inondava i talk show.
Un’emergenza scatenata a fine luglio 2011 dalla pubblicazione da parte di Deutsche Bank dei propri dati di bilancio del semestre precedente, dai quali emerse come la banca fosse passata da detenere titoli di Stato italiani per un valore superiore a 8 miliardi a fine 2010 a soli 922 milioni al 30 giugno 2011.
Una vendita repentina con un chiaro invito agli investitori finanziari a fuggire dall’Italia, che da quel momento divenne paese ad alto rischio e fu incatenata nella trappola del debito pubblico e nelle conseguenti politiche di austerità.
Leggi tutto l’articolo di Marco Bersani al seguente indirizzo:
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