December 26, 2024
Riceviamo e pubblichiamo
Recuperiamo le case di sant’ermete e blocchiamo gli sfratti: poniamo un freno all’emergenza abitativa.
Le vicende degli ultimi mesi hanno palesato come il tema dell’emergenza abitativa sia oramai una drammatica priorità da affrontare con impegno. Nella nostra città decine di famiglie ogni settimana ricevono la visita dell’ufficiale giudiziario e, sempre più spesso, anche della forza pubblica. Si tratta per lo più di sfratti per morosità incolpevole, cioè quando un canone di affitto troppo elevato incide in maniera insostenibile sui redditi degli inquilini.
Nessuna soluzione si profila all’orizzonte, ed alle famiglie sotto sfratto non rimane che organizzarsi in reti di reciproca solidarietà, per portare all’attenzione la propria situazione e le proprie necessità. Ma se da una parte le istituzioni competenti tardano a dare risposte, dall’altra la questura sembra voler tramutare un dramma sociale in una questione di ordine pubblico: fatto grave, per la prima volta sono state denunciate delle persone per resistenza, per aver partecipato ad un presidio di solidarietà al fine di impedire uno sfratto esecutivo. A conferma dell’importanza di questi momenti di solidarietà e partecipazione attiva, grazie a questi numerosi picchetti la famiglia in questione ha ottenuto dalla società della salute una soluzione al proprio disagio abitativo.
Alcune settimane fa l’assessore alla casa, Ylenia Zambito, ed il presidente dell’Apes, Lorenzo Bani, hanno dichiarato alla stampa, in assenza di risorse per restaurare gli oltre cento alloggi popolari al momento sfitti a Pisa, di essere disposti a procedere ad assegnazioni con meccanismi di autorecupero. Ciò permetterebbe l’assegnazione immediata dell’alloggio alle famiglie in graduatoria che si rendano disponibili a portare a compimento i lavori di restauro necessari, il cui costo sarà successivamente scalato dall’affitto. Auspicando che questa ottima proposta (da tempo incoraggiata da sindacati inquilini e movimenti per il diritto alla casa) venga portata a compimento in tempi celeri e non rimanga l’ennesima trovata propagandistica, intendiamo porre l’accento su un’altra possibilità di utilizzo del patrimonio pubblico per arginare l’emergenza abitativa.
Si trovano nel quartiere di Sant’Ermete circa venticinque alloggi popolari al momento sfitti, per i quali non è stato previsto nessun restauro; sono infatti all’interno delle palazzine che saranno, in un futuro prossimo, abbattute per essere ricostruite, poiché vetuste. Questi alloggi risultano essere inadatti per un’assegnazione definitiva, bensì appropriati e necessari per i soggetti che vivono una drastica emergenza abitativa, per lo sfratto o per altre condizioni sociali, e per cui sia necessario recuperare una soluzione provvisoria. Andrebbe così limitato lo scandalo di numerosi alloggi popolari vuoti ed inutilizzati, visto che il progetto delle case nuove a Sant’Ermete vedrà la luce fra alcuni anni; e si disporrebbe di un buon numero di alloggi per fronteggiare gravi emergenze.
Il 5 novembre prossimo, gli abitanti di sant’ermete, riuniti in un percorso di mobilitazione che dura da molti mesi, incontreranno in un tavolo le istituzioni cittadine affinché vengano trovate delle soluzioni concrete all’emergenza abitativa ed al degrado nel quartiere. Alla luce di queste considerazioni, con il presente appello sostenuto da molti soggetti politici e sindacali, vogliamo indicare con forza le proposte che porremo nel prossimo tavolo:
Spazio popolare sant’Ermete
Famiglie in emergenza abitativa
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