November 27, 2024
Tempi difficili quelli che vedono i lavoratori in difesa dei loro posti e di condizioni retributive dignitose come dei privilegiati
Che poi lo dica qualche assessore o sindaco che da lustri non mette piede al lavoro fa non solo incazzare ma ci offre uno spaccato della nostra società
Per difendere i licenziamenti nei teatri hanno scatenato di tutto e di piu’ , attori al soldo della coop che si presentano come lavoratori stabili, borsiste e corsiste travestite da lavoratrici
Allora di fronte alla campagna mediatica, noi pubblichiamo alcune email che dimostrano la fondatezza delle nostre proposte
E’ bene andare fino in fondo alla verità
queste sono solo alcune delle email che abbiamo inviato come cobas alla redazione individuando numerosi problemi che dimostrano una cattiva gestione delle risorse e scelte di medio e lungo corso errate
Il tutto viene occultato dai vertici che hanno trasformato la lotta contro i licenziamenti in una difesa di ufficio del progetto artistico, ovviamente per evitare di entrare nel merito delle questioni
Palese è l’assenza della Giunta Antonelli che avrebbe dovuto vigilare sulle partecipate e sulle sue scelte
prima email: la richiesta di intervenire contro le banche e i prestiti onerosi
Buonasera a tutti\e, in attesa di un confronto con le altre Organizzazioni sindacali e con la forza lavoro tutta, vogliamo farvi pervenire alcune riflessioni scaturite dalla lettura dei materiali fornitici
a pag.4 del Rendiconto Consuntivo 2013, al punto 17) interessi ed altri oneri finanziari da: d) debiti verso banche per € 20.344.
Pensiamo siano riferiti esclusivamente agli oneri scaturenti dal debito verso la Banca di Credito Cooperativo di Fornacette indicato (pag.10 del Rendiconto) “Debiti verso banche” per €. 104.000 compresi nella colonna “Entro 12 mesi”). Viene precisato che detto debito è riferito tutto al conto anticipi con tale banca. Non risultano altre banche e l’altro debito finanziario importante è quello di 377.354 “Oltre 12 mesi” riferito al debito (pagina 11) contratto con la Regione Toscana a norma della L.R. 21/2010 art.41. Articolo 41 che al 4° comma recita “I soggetti beneficiari degli interventi del fondo sono tenuti al rimborso dell’anticipazione, senza alcun onere d’interesse, nel termine massimo di diciotto mesi dalla di erogazione del finanziamento regionale.
Facciamo quindi la seguente considerazione leggendo anche quanto riportato nella Nota integrativa al rendiconto 2012 (pagina 7):
Ci sembra che tale percentuale sia piuttosto alta soprattutto rispetto ad un “conto anticipi” e varrebbe la pena verificare il superamento dei limiti previsti dalla Banca d’Italia avendo la possibilità di esaminare tutta la documentazione bancaria di conto corrente affidato e del conto anticipi per l’anno 2013 e precedenti. ( http://www.bancaditalia.it/compiti/vigilanza/compiti-vigilanza/tegm/index.html allego tabella dei TEGM zippata scaricata da tale link)
Vogliamo poi ricordare che l’Amministrazione Comunale di Cascina avrebbe potuto concludere con la Fondazione Sipario un accordo analogo a quello del Comune di Pisa con le sue partecipate nell’anno 2013 in occasione del Bando per la nuova Tesoreria. In tal caso, la fondazione sipario avrebbe potuto beneficiare di condizioni favorevoli analoghe per altro quelle del teatro Verdi di Pisa con la BCCF, condizioni che hanno consentito prestiti a tassi di gran lunga inferiori. La miopia politica degli amministratori comunali cascinesi non puo’ quindi ripercuotersi negativamente sulle lavoratrici e sui lavoratori.
Chiediamo , alla luce di quanto scritto, che la Fondazione Sipario dia mandato ai propri legali e ai legali Comunali per verificare eventuali irregolarità
Chiediamo alla Fondazione si incrementare la voce dei rimborsi derivanti dai corsi perchè nelle casse del Teatro, senza la cui struttura i corsi non si terrebbero, tornino soldi
Cobas Lavoro Privato Pisa
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la seconda email (prima in ordine temporale): dove si entrava nel merito dei primi conti
Sarebbe opportuno verificare la possibilità di ridurre i “costi sostenuti per l’attività istituzionale” che rispetto al 2012 si sono incrementati di € 83.765 e fare un approfondimento sul dettaglio dei costi che sono confluiti nella voce ” oneri diversi di gestione” che hanno subito un incremento rispetto all’anno precedente di circa € 42.211.
A ben vedere oltre all’importanza di ridurre l’incidenza del costo sostenuto per il personale dipendente anche la verifica in merito alla comprimibilità, dei costi sopra individuati non sarebbe stata indifferente poiché avrebbe prodotto una riduzione dei costi operativi di € 125.976 che avrebbe permesso di ottenere un utile operativo di € 49.120.
Come avete rilevato pure voi, il problema più grosso sono gli oneri finanziari che dovrebbero derivare dalle consulenze esterne. Per detti oneri sarebbe necessario sapere da che tipo di posizioni derivano e da chi sono garantiti, se lo sono(ndr la risposta non è mai arrivata e alcune delle consulenze sono , guarda caso, tra i principali sostenitori dei licenziamenti). Sarebbe comunque il caso di richiedere in sede di trattativa che tutti i contratti finanziari e di di conto corrente siano sottoposti a perizia giurata da un’esperto per verificare gli eventuali tassi d’usura L’esistenza di tali problemi potrebbero, se ce ne sono le condizioni, persino ripianare le perdite, tramite trattativa e accordo con gli istituti bancari/finanziari oppure attraverso una condanna degli stessi istituti in sede giudiziaria. Certamente si andrebbe allo scontro tra Fondazione Teatrale e Istituzioni finanziarie e bancarie, ma è anche vero che quello che si evince dal bilancio è il tipico scontro tra capitale e lavoro…. E l’argomento, se portato avanti seriamente, potrebbe essere una buona arma di pressione nella trattativa e richiamare alle proprie responsabilità nella gestione della Fondazione le istituzioni politiche.
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terza email (anche questa senza risposta)
Da un ‘ulteriore lettura dei bilanci scaturiscono alcune osservazioni e domande:
Auspichiamo un ragionamento sulle possibili voci di spesa da contenere ma allo stesso tempo pensiamo che il Comune di Cascina non possa continuare ad erogare una cifra irrisoria decisamente piu’ bassa di quella, in proporzione agli abitanti, elargita dal Comune di Pisa al Teatro Verdi e praticamente ferma da lustri.
Di conseguenza è proprio il Comune di Cascina a dovere essere chiamato in causa per contribuire fattivamente alla soluzione dei problemi e non dettare linee astratte di riduzione dei costi
Da questa situazione di crisi se ne esce tutti insieme e senza un posto di lavoro in meno, precari ovviamente inclusi
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