Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Una giornata di ordinaria repressione “democratica”

Postato il 26 Ottobre 2015 | in Scenari Politico-Sociali, Territori | da

Augello ha paura e chiama la Questura

AugelloSi vanno moltiplicando i segnali inquietanti di una stretta repressiva contro qualsiasi movimento che interferisca coi piani politici dell’era (auspichiamo brevissima!) renziana.

Dopo i gravi fatti di Bologna, anche Pisa diventa teatro di un’operazione esplicitamente intimidatoria e brutale, con decine di poliziotti mobilitati, addirittura con le armi in pugno, per reprimere una lotta studentesca contro l’aumento delle tasse universitarie e i tagli alle borse di studio e agli alloggi. Lotta che dura da giorni e che si era estesa e radicalizzata fino all’occupazione dell’area ex-Gea (di proprietà dell’Università di Pisa), assai appetibile come possibile speculazione edilizia, cosa a cui Pisa è abituata da tempo.

Infatti, la giustificazione, assolutamente inconsistente, è quella di una richiesta del “MAGNIFICO RETTORE” professor Augello di intervento per impedire -sentite, sentiote!- il “furto” di libri “conservati”, cioè ammassati a pacchi, nell’edificio. La scusa è meschina e provocatoria, vista la mancanza di qualsiasi cura e controllo per i “preziosi libri” abbandonati nell’area. Cosa ormai ordinaria nell’amministrazione che dell’Università sta facendo il “MAGNIFICO”, basta riflettere sullo stato di incuria e degrado in cui versano le decine di strutture universitarie (prime tra tutte la Sapienza), sull’abbandono delle biblioteche, ormai prive di personale e lasciate all’indifferenza del mondo accademico, sedicente “amico della cultura”.

L’attribuzione di “furto” di libri sa di beffa, oltre che di provocazione, mentre il vero furto di cultura è quello operato dal Governo, dall’Università stessa e dagli Enti Locali, che tagliano fondi per l’istruzione e la formazione culturale e lasciano in stato di abbandono decine di biblioteche, che sono costrette a chiudere per mancanza di risorse e di personale.

L’intervento poliziesco mostra, inoltre, un salto di qualità nel grado della repressione. Le forze dell’ordine, che nelle ultime settimane avevano mostrato sempre di più i muscoli, stavolta hanno agito cercando chiaramente lo scontro, per inviare un segnale chiaro: ogni forma di opposizione, anche la più civile e nonviolenta, è assolutamente non più tollerata, non più praticabile, perché mette in discussione la “legalità” del potere in tutte le sue espressioni, quella che mescola e nasconde soprusi, degrado, incuria, affarismo, sfruttamento e speculazione.

Il progetto autoritario, cui sono improntate le politiche del governo e delle pubbliche amministrazioni, sta diffondendosi nel Paese con effetti nefasti: così, vediamo che la difesa della “legalità” si attua colpendo gli studenti e lanciando un segnale contro tutti coloro che intendano alzare la testa di fronte all’assalto governativo contro lavoratori, comitati territoriali, associazionismo sociale e sindacale, movimenti per la difesa dei diritti all’abitare.

I vertici del PD che amministrano questa città, proni ai poteri forti come l’Università e alla cupola del malaffare speculativo, incapaci di riconoscere la penetrazione malavitosa e mafiosa, svendono il patrimonio pubblico, tacciono di fronte alla corruzione, distruggono ogni parvenza di democrazia.

La campagna per la “sicurezza”, il “decoro”, la “legalità” (campagna tanto cara al sindaco Filippeschi e al prefetto Visconti), basata su argomenti tipicamente reazionari, adesso passa apertamente alle vie di fatto: oggi si reprimono gli studenti che difendono il diritto allo studio, domani si colpiranno precari e lavoratori, a tutto vantaggio degli interessi di padroni e speculatori, che devono essere tutelati e lasciati liberi di fare affari, senza che nessuno denunci e si opponga agli intrecci inconfessabili, che dietro le quinte caratterizzano i rapporti tra i poteri dominanti nella nostra città.

Confederazione Cobas Pisa

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