December 30, 2024
Si è ripetuta nel processo di Appello, che vedeva Mario Miliucci già condannato in Tribunale a 2 anni e mezzo per “resistenza aggravata durante la manifestazione del 14/12/2010”, la farsa di giustizia che aveva caratterizzato il processo di 1° grado.
Ieri la 3°Sezione della Corte di Appello di Roma ha liquidato la ” pratica” in meno di 5 minuti decidendo per la conferma della condanna, segno evidente di una sentenza già scritta ad onta di qualsiasi difesa , che metteva in discussione nel metodo e nel merito il diktat della ragion di stato.
Nel metodo, a fronte della lesione del diritto di difesa vista la carenza di indagine istruttoria oltremodo negata nel corso del dibattimento, e della violazione del “principio di terzietà della Corte giudicante”,invece nettamente schierata con l’accusa.
Nel merito,in quanto il principale testimone di accusa, il vice questore Giordano,che redige il verbale di fermo(e non è presente ai fatti) , non riconosce in Mario il soggetto che nei filmati prodotti dall’accusa “lancia sampietrini alla PS e danneggia un blindato”: nella realtà Mario è stato fermato da solo(lontano da p.za del Popolo) e dunque fuori dall’applicazione “dell’aggravante di più persone(art.339 cp)”, cosa che invece la Corte gli ha attribuito ad onta dei fatti , negando ogni esimente, compresa quella delle ” attenuanti generiche” che compete agli incensurati !
Ieri in udienza è risultato evidente ai presenti, che la Corte a partire dalla Presidente non aveva neanche letto il processo viste le imprecisioni, i vuoti e il balbettio con i quali provava a riassumere lì per lì il contesto; idem per quanto riguarda il PG d’accusa , che con fare sbrigativo richiedeva la ” conferma della condanna”.
Se questa è la giustizia , che differenza c’è tra quella ” democratica” italiana e quella di regime turca ?!
Quì come lì siamo di fronte ad un plotone di esecuzione che esegue ordini perentori, che non lascia niente di intentato nel perseguire chi osa contestare i disegni governativi, che irride le libertà fondamentali sancite dalla Costituzione e il “diritto alla giustizia uguale per tutti”.
Se la Cassazione non rigetterà quest’abuso di ingiustizia , per Mario si apriranno le porte del carcere a differenza dell’impunità manifesta riguardante corrotti e corruttori.
Di siffatta ingiustizia soffrono non da oggi tantissimi giovani rei di lottare per il cambiamento sostanziale di questa società che li vede esclusi, tartassati e migranti , ma a cui non si rassegnano anche i più avvertiti delle precedenti generazioni che combattono Renzi e il governo liberista, liquidatore delle conquiste sociali frutto delle lotte degli anni ’70 e della stessa Costituzione, che intende omolagare al suo disegno autoritario.
NO PASARAN
Roma 29 aprile 2016 Vincenzo Miliucci
PER LA MANIFESTAZIONE DEL 14 DICEMBRE 2010 A ROMA
MARIO MILIUCCI CONDANNATO A 2 ANNI E 6 MESI
SENTENZA PREORDINATA , VENDICATIVA , SPROPORZIONATA
Nel tardo pomeriggio di oggi 31 gennaio 2013 ,la 2° sezione del Tribunale di Roma a fronte del reato di ” resistenza” ha emesso contro Mario Miliucci la selettiva e pesante condanna a 2 anni e 6 mesi.
Insieme a Mario erano giudicati per lo stesso reato altri 5 giovani, per i qualio il PM chiedeva 2 anni per uno di loro e 8 mesi per gli altri 4 , che la corte invece ha mandato assolti.
Mario risulta dunque l’unico condannato (insieme ad un trentenne, a 4 mesi) dei 23 arrestati il 14 dicembre 2010 con il reato di ” resistenza” ! Le altre 3 corti che hanno mandato assolti 21 giovani ben hanno fatto di fronte a prove inesistenti, le stesse che mancavano anche per Mario, che invece è stato traformato in capro espiatorio su cui scaricare ” le colpe” riguardo all’insorgenza giovanile in merito alle misure coercitive ed antipopolari dei governi.
Nella mentalità codina che continua ad albergare tra gli inquirenti, residua la cinicità di questa obbrobriosa sentenza intesa anche a ” far ricadere sui figli le colpe dei padri”.
Mario è figlio di Vincenzo, storico antifascista e protagonista negli ultimi 45 anni dei movimenti antagonisti che hanno cercato e tutt’ora cercano , anche per tramite della Confederazione Cobas, di contribuire al riscatto di questo dolente paese e alla trasformazione radicale della società.
Dunque una sentenza vieppiù reazionaria e punitiva per la storia passata e presente, tesa a condionarne il futuro.
A fronte di siffatta bestialità, la Confederazione Cobas esprime a Mario e Vincenzo incondizionata solidarietà ed affetto, per sconfiggere ovunque similari sentenze e per contribuire alla libertà di tutte/i.
Roma 31.1.2013 CONFEDERAZIONE COBAS
Lascia un commento