December 26, 2024
Per tutti i grandi media brasiliani fino al 13 giugno c´erano solo “vandali” nelle strade; a partire dal 17 giugno, data della grande svolta, le cose cambiavano: c´erano “manifestanti”. Milioni di persone occupavano le strade in oltre 600 città, senza coordinamento previo. Quando – a metà giugno, e di fronte ai dietrofront delle autorità sugli aumenti delle tariffe dei trasporti urbani – il MPL (Movimento Passe Livre, iniziatore delle proteste) chiedeva di non scendere più in strada, le mobilitazioni semplicemente si moltiplicavano. I commentatori di turno manifestavano “sorpresa”, “frastorno” rispetto alla crescita, geometrica e nazionale della mobilitazione. Secondo l´editoriale della Folha de S. Paulo (18/6): “Sembrava tutto così meraviglioso, nell’oasi Brasile e, all’improvviso, stiamo vivendo il clima di Piazza Tahir, a Il Cairo, così all’improvviso, senza preavviso, senza un crescendo. Siamo stati tutti presi di sorpresa. Dal paradiso, siamo scivolati quanto meno in un limbo. Cosa succede in Brasile?” Succede semplicemente che l´oasi della Folha de São Paulo ha poco da spartire col deserto degli sfruttati brasiliani. La lotta dei giovani inaugurava una nuova fase politica. A giugno il popolo e i giovani brasiliani avevano iniziato una mobilitazione storica. Cominciata con il rifiuto dell´aumento delle tariffe dei trasporti pubblici, si era rapidamente trasformata in una mobilitazione di massa contro tutto il regime politico. E non è finita…
In allegato:
l’articolo di Raul Zibechi sull’origine dei vari movimenti sociali brasiliani degli ultimi decenni
http://www.cobasconfederazionepisa.it/wp-content/uploads/2013/11/Articolo_Zibechi.pdf
e le edizioni numero 13, 19, 20 e 21 del ‘Minotiziario America Latina dal basso’ di Aldo Zanchetta dedicati alle proteste che hanno scosso il Brasile all’inizio dell’estate del 2013
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