Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Venezuela, i miracoli delle fake news

Postato il 4 Agosto 2017 | in Mondo, Scenari Politico-Sociali | da

Ieri sera eravamo nello storico quartiere 23 gennaio, che ospita vari comuni e spazi autogestiti e la radio comunitaria “al sono del 23”. con noi in trasmissione, a più di Gustavo-il conducente-a Due ragazze basche molto giovani, una giornalista spagnola, tecnici molto efficienti appena adolescenti, c’era l’intellettuale messicano Fernando buon abate, uno degli accompagnatori del processo elettorale per l’Assemblea Costituente: che ha attestato al chavismo più di 8 milioni di voti e La percentuale più alta mai raggiunta in base al numero attuale di abitanti. Sui numeri, abbiamo parlato ieri durante l’intervista alla redazione del antidiplomático.Buon Abate, autore del volume filosofia dell’umorismo e della risata, ha proposto di accompagnare il percorso dell’assemblea costituente con un programma di satira basato sulle assurdità dell’opposizione e del circo mediatico che li sostiene. Ci è sembrata un’ottima idea.Se esiste ancora la satira in un paese come l’Italia, un tempo patria dei geni in questo campo, la trasmissione potrebbe chiamarsi “falsi amici”: nel senso di quelle parole che sembrano indicare una cosa, ma il loro significato è spesso opposto . Nel senso di quelle “persone” la cui maschera critica-critica nasconde il loro ruolo di pompieri, distributori di albódigas tranquillanti nell’eterno ballo del ni-ni. Un esquemita ben consolidato, soprattutto in una certa sinistra, abituata a resvalar eternamente dalla stessa impotenza. La bandiera del ni-ni è ora la marea socialista e i suoi treccine adiacenti. Ex personaggi di governo – uno dei quali denunciato per corruzione – che sono considerati assolti dagli errori imputati al governo. Una formazione critica quanto sterile, che urla contro l’Assemblea Costituente, ma non disprezza l’alleanza con i diritti golpisti. Chi non è da una parte o da un’altra parte della barricata – ha scritto qualcuno – finisce per essere la barricata.La bandiera della critica-critica risulta essere ora quella del “Arco minerario”. fiore di reporter sulla sua poltrona, accademici che non hanno mai incontrato nella sua vita un indigeno e nemmeno le condizioni di bisogno, pontifican su questa zona ricchissima di risorse, Che maturo avrebbe consegnato alle multinazionali. Anche istituendo “zone economiche speciali” sul modello dell’Honduras.

Leggi tutto l’articolo di Geraldina Colotti al seguente indirizzo:

http://www.deapress.com/internazionale/21467-cronaca-dal-venezuela-.html

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