December 25, 2024
Un nuovo omicidio da lavoro, anzi uno tra i troppi quotidiani, quello di Anila Grishaj, che riproduce in maniera impressionante la morte di Luana due anni fa.
Dopo le parole, sono ormai finite la nostra pazienza e la fiducia nelle indagini della magistratura: non può esserci più tolleranza per i tre morti al giorno, per continui “incidenti”, per le morti di centinaia e centinaia (siamo a circa mille) di lavoratori e lavoratrici ogni anno che eufemisticamente e ignobilmente si continuano a chiamare “morti bianche”.
Incidenti, malattie professionali, morti sono forme strutturali del lavoro, assieme al precariato: Anila lavorava nell’azienda Bocon da anni, ma evidentemente i ritmi di lavoro eccessivi, l’automatismo dei macchinari che non prevede alcuna protezione per gli addetti né tantomeno meccanismi di arresto a fronte di possibili “errori umani” non perdonano: la precarizzazione delle condizioni di lavoro penetra nella struttura stessa del sistema produttivo e lavoratori e lavoratrici diventano mere appendici sacrificabili di macchinari dai movimenti incessanti e inesorabili.
Sembra inutile ribadire quanto da anni viene continuamente ripetuto: occorrono controlli continui, ispettori che costantemente entrino nelle aziende e monitorino funzionamento e rispetto delle norme si sicurezza, una cultura del lavoro che preservi lavoratori e lavoratrici piuttosto che garantire a tutti i costi l’inseguimento del profitto.
Quello che non è ancora esplicitato, se non a mezza bocca, è la responsabilità non solo della singola azienda, ma dell’intera classe padronale: dalle piccole imprese individuali o familiari, sfruttate e ricattate dal “Mercato”, alle grandi aziende nazionali e multinazionali che impongono ritmi, produttività, organizzazione del lavoro flessibile e orari e straordinari senza fine.
La responsabilità delle morti da lavoro è delle aziende, dei padroni, che siano presenti sul luogo o lontani dalle unità della produzione nei nostri territori.
Alla guerra di classe dei padroni risponderemo con gli strumenti della democrazia sociale e sindacale: lo SCIOPERO GENERALE!
COBAS LAVORO PRIVATO – PISA
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