November 25, 2024
Ho deciso di entrare in politica per una sola ragione: sostenere Alexis Tsipras nella sua lotta contro la schiavitù del debito. Per parte sua Alexis Tsipras mi ha onorato reclutandomi per una sola ragione: una particolare comprensione della crisi basata sul rifiuto del dogma di Papakonstantinos; vale a dire, l’idea che data una scelta tra una bancarotta anarchica e prestiti tossici, la seconda è sempre preferibile.
Si tratta di un dogma che ho rifiutato come una minaccia permanente, che ha contribuito a far rispettare le politiche che garantiscono la bancarotta permanente e, infine, portano alla schiavitù del debito. Mercoledì sera, mi è stato chiesto in parlamento di scegliere tra (a) sposare il dogma citato votando a favore del documento che i nostri “partner” hanno imposto a Alexis Tsipras nel vertice europeo con mezzi golpistici e aggressioni inimmaginabili, o (b ) dire “no” al mio primo ministro.
Il Primo Ministro ha chiesto a noi ” il ricatto è reale o è una finzione?” esprimendo il dilemma orribile che graverebbe tutto sulla coscienza di ciascuno – anche la sua. Chiaramente, il ricatto era reale. La sua “realtà” mi ha colpito per la prima volta quando il 30 gennaio J.Dissjenbloem mi ha fatto visita nel mio ufficio per sottopormi il dilemma “memorandum o banche chiuse”. Sapevamo fin dall’inizio quanto sarebbero stati spietati i creditori. E tuttavia abbiamo deciso basandoci su quello che abbiamo continuato a ripeterci l’un l’altro durante quelle lunghe notti e giorni presso la sede del primo ministro:
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http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2015/7/23/45306-yanis-varoufakis-perche-ho-votato-no/
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